Tutto quello che devi sapere sulla sicurezza alimentare

Oggi la maggior parte di noi – giustamente – si preoccupa di sapere quanto un cibo sia sano. Forse però sarebbe più giusto ampliare il discorso e parlare di sicurezza alimentare. Infatti, quando si parla di cibo, salute e sicurezza sono strettamente collegate. Vuoi conoscere tutto ciò che c’è da sapere? Leggi questo articolo dello Staff di Unicusano Genova. Scoprirai aspetti che probabilmente non conosci e magari, un volta completata la lettura, avrai voglia di approfondire ancora di più il tema!

Cos’è la sicurezza alimentare?

Quello della sicurezza alimentare è un tema decisamente ampio. Per dare una definizione potremmo dire che si tratta di tutte quelle pratiche volte a garantire alla persona – in modo costante e vario – cibo e acqua in condizioni igieniche opportune.

Come vedi dunque stiamo parlando di qualcosa che vive contemporaneamente su due piani connessi tra loro: il piano etico e quello materiale. Etico perché stiamo parlando del principio che sancisce che nel mondo tutti devono avere la sicurezza di poter accedere sempre ad un’alimentazione sufficiente e nutriente. Materiale perché il cibo e l’acqua devono sottostare a determinate regole affinché non rechino danni alla salute del singolo.

Una distinzione economica

Per questi motivi possiamo dire che ciò che fa la differenza nella definizione di questo argomento è un criterio socio-economico.

  • nei paesi in via di sviluppo, dove le popolazioni sono a rischio di denutrizione, nella sicurezza alimentare rientrano tutte le misure studiate ed applicate per garantire alle persone scorte di cibo sufficienti alla sopravvivenza. Dunque, possiamo anche parlare di sovranità alimentare.
  • Nei paesi dove non esiste il pericolo di carestie, assume una dimensione più qualitativa ed è perciò sinonimo di igiene alimentare.

L’igiene alimentare: l’HCCP

Un cibo sicuro è in ogni caso un prodotto lavorato e preparato secondo delle severe norme igieniche. L’insieme di tutte queste norme è procedure è nell’HCCP, acronimo di Hazard Analysis and Critical Control Point. Letteralmente singifica sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici. In pratica, è un compendio che si basa sul principio del “meglio prevenire che curare” e comprende tutte le regole per prevenire le problematiche legate ad una scarsa igiene nella lavorazione degli alimenti.

L’origine

L’HCCP nasce negli Stati Uniti negli anni 60 per fornire agli astronauti dei cibi che non rappresentassero un rischio, né per la loro salute, né più in generale per la missione nello spazio. In Europa l’obbligo di applicare questo protocollo è stato introdotto negli anni ’90. Oggi, tutti coloro che si occupano di:

  • produzione primaria,
  • preparazione,
  • trasformazione,
  • confezionamento,
  • deposito,
  • trasporto,
  • distribuzione,
  • manipolazione,
  • vendita ,
  • fornitura

di cibo hanno l’obbligo di applicarlo. Come vedi, si tratta di una gamma di imprese vastissima che spazia dal piccolo chiosco sotto casa, alla grande distribuzione, passando per il banco del mercato per arrivare al ristorante stellato. Ecco perché la Commissione Europea ha redatto delle Linee Guida Generali, che danno indicazioni per un’applicazione semplificata.

Le caratteristiche del protocollo

Il protocollo HCCP si basa sul monitoraggio dei punti di lavorazione dove c’è rischio di contaminazione biologica, chimica o fisica e serve a garantire la totale sicurezza alimentare. Di fatto è un sistema di prevenzione, che prende in considerazione tutti i potenziali rischi, prima che la materia prima venga lavorata. In questo modo, non dovrebbe esserci il rischio che il prodotto finito non sia pericoloso per il consumatore finale.

È una garanzia di sicurezza su tutta la filiera alimentare ed ha uno scopo che va oltre la soddisfazione del cliente: è un protocollo che rappresenta un importantissimo tassello della tutela della salute pubblica.

I sette principi del sistema

I punti fondamentali per l’applicazione del protocollo HCCP sono 7:

  1. individuazione dei pericoli e analisi dei rischi – per capire i potenziali pericoli;
  2. individuazione dei punti di controllo critici – per capire dove e quando possono verificarsi;
  3. definizione dei limiti critici – per stabilire oltre quali standard un pericolo può essere considerato tale in un determinato punto critico;
  4. definizione delle procedure di monitoraggio – per definire le misure di monitoraggio dei punti precedenti;
  5. definizione e pianificazione delle azioni correttive – per sapere come agire in anticipo qualora in seguito al monitoraggio risulti una situazione rischiosa;
  6. definizione delle procedure di verifica – per verificare che tutte le procedure siano efficaci;
  7. definizione delle procedure di registrazione – per dimostrare l’effettiva applicazione del protocollo.

Lavorare per la sicurezza alimentare

Se già lavori nel settore alimentare, è obbligatorio avere una formazione specifica su tutto ciò di cui ti abbiamo parlato finora. A questo proposito, potrebbe interessarti scoprire come diventare consulente HCCP. Oppure, un’altra carriera possibile è quella presso l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. È un’agenzia dell’Unione Europea istituita nel 2002 che da allora collabora con la Commissione, il Parlamento e tutti gli stati europei per prendere decisioni utili e puntuali in materia di sicurezza alimentare.

Il percorso di formazione

Con una Laurea in Ingegneria Agroindustriale potrai acquisire tutte le competenze necessarie per fornire una consulenza specialistica in materia di rischi associati alla cena alimentare. Compila il form e inizia a studiare già da ora per costruire un futuro migliore per tutti!


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