Cos’è la teoria dei ruoli?

Se studi psicologia avrai sicuramente già sentito parlare della teoria dei ruoli. Questa visione della psicologia sociale, presa in prestito anche dalla sociologia, mostra una prospettiva peculiare sulle attività quotidiane e su tutto ciò che ruota intorno a questi categorie. Di base ritiene che questi ruoli socialmente definiti si compongano di diritti, doveri e aspettative che l’individuo incarna, adottando un comportamento quasi prevedibile, per adattarsi al contesto in cui vive e in base al quale è stabilita la sua posizione sociale.

Cos’è la teoria dei ruoli

teoria dei ruoliMolti studenti della facoltà di Psicologia di Genova sono rimasti colpiti da questa teoria. La teoria dei ruoli è amata e odiata, le schiere di sostenitori e di detrattori si fronteggiano a suon di riflessioni e analisi critiche, che contribuiscono a rendere il dibattito sempre più articolato e interessante.

Come abbiamo accennato precedentemente la teoria dei ruoli è basata sul concetto di ruolo. Il ruolo come concetto sociologico ha una lunga storia. Nel pensiero europeo ha attecchito già dagli anni Venti e Trenta del precedente secolo. Furono le opere di grandi teorici, come George Herbert Mead, Talcott Parson, Jacob Levi Moreno e Ralph Linton ad allargare la sfera di interesse rispetto a questo termine e alle sue accezioni in ambito socio-psicologico.

La teoria dei ruoli si basa sull’opinione che le persone attuino in modo prevedibile, orientati nel comportamento dalla propria posizione sociale e da altri fattori. Il teatro è una metafora calzante, che viene utilizzata con molta frequenza per esprimere e rappresentare al meglio la teoria del ruolo.
Tornando agli studiosi, Mead, tra tutti, fu uno dei maggiori precursori, anticipando la teoria dei ruoli grazie a due concetti della sua teoria che riguardavano strettamente la mente e il .

Forse è opportuno ribadire che oltre alla teoria di Mead si conoscono e si studiano diversi tipi di teoria dei ruoli, accomunate dai seguenti punti di contatto, come riportati con dovizia di particolari da Wikipedia:

  • La divisione del lavoro nella società assume la forma dell’interazione tra posizioni specializzate eterogenee che chiamiamo ruoli;
  • I ruoli sociali includono forme di comportamento “appropriate” e “permesse”, guidate da norme sociali, che sono comunemente note e quindi determinano le aspettative;
  • I ruoli sono occupati da individui, chiamati “attori”;
  • Quando le persone approvano un ruolo sociale (cioè, considerano il ruolo “legittimo” e “costruttivo”), incorreranno in costi per conformarsi alle norme di ruolo e anche per sanzionare coloro che violano le norme di ruolo;
  • Le mutate condizioni possono rendere obsoleto o illegittimo un ruolo sociale, nel qual caso le pressioni sociali potrebbero portare a un cambiamento di ruolo;
  • L’anticipazione di ricompense e punizioni, così come la soddisfazione di comportarsi in modo prosociale, spiegano perché gli agenti si conformano ai requisiti dei ruoli.

Le differenze tra le teorie dei ruoli

Possiamo parlare di teoria dei ruoli funzionale, microsociologica, oppure legata alla tradizione dell’interazionismo simbolico. Questa in particolare si prefigge di individuare e valutare quanto le azioni degli individui siano davvero connesse alla società, e in quale misura possa avere un riscontro verificabile la teoria dei ruoli. Ma un altro punto in comune è l’idea del conflitto di ruolo, quando le aspettative sociali su una persona sono diverse e multiple, giungono da una sovrapposizione di ruoli che richiedono caratteristiche spesso contradditorie.

Per quanto la teoria sia affasciante e capace di rispondere ad alcune domande (non a tutte, ahimè) presenta anch’essa dei punti deboli. Ad esempio, la teoria dei ruoli non si è mostrata particolarmente abile nel descrivere, spiegare e di conseguenza intervenire sul comportamento deviante.

Elementi della teoria dei ruoli

Come abbiamo visto, la parola (e di conseguenza il concetto) di ruolo può cambiare a seconda del punto di vista della teoria. Un ruolo può essere per una posizione sociale, un comportamento scaturito dall’appartenenza a quella posizione, o un comportamento tipico e basta.

Questi ruoli non dipendono soltanto dall’interno, dal come un individuo sente di comportarsi, ma molto spesso sono aspettative proiettate dall’esterno, che ci spingono a comportarci in un determinato modo in una data situazione. Si possono distinguere diversi marcatori di appartenenza a un ruolo, sulla base dei criteri adottati per riconoscerlo come prioritario. Ad esempio esistono:

  1. ruoli dati dalla differenziazione sociale: ad es. insegnante, tassista
  2. ruoli culturali (ad es. sacerdote)
  3. ruoli situazione-specifici: ad es. testimone oculare
  4. ruoli bio-sociologici: ad es. essere umano in un sistema naturale
  5. ruoli di genere: come uomo, donna, madre, padre, ecc.

Questa diversità di ruoli non deve spaventare. Non stiamo parlando della teoria dei ruoli come una sentenza inappellabile che definisce una persona nella sua totalità. Per quanto significativo possa essere un ruolo non è tutta la persona. Anzi, proprio la diversità di ruoli che un individuo incarna gli consentono quel margine di flessibilità per passare dall’uno all’altro con maggiore libertà.

La teoria dei ruoli ha fornito un pretesto ulteriore per conoscere meglio l’individuo in un aspetto di vitale importanza: le sue relazioni. Speriamo che questo articolo ti abbia incuriosito, ti abbia aiutato a capirne di più sulla teoria dei ruoli e ti abbia fatto venire voglia di continuare con entusiasmo i tuoi studi in psicologia.

Credits foto in evidenza: Depositphotos.com – JEGAS_RA

Credits foto 1: Depositphotos.com – imagepointfr


CHIEDI INFORMAZIONI

icona link