Chi sono i giuristi italiani più famosi?
Da studente della facoltà di Giurisprudenza a Genova è doveroso che tu sappia chi sono i migliori giuristi italiani. Ma forse sei finito su questo articolo e non sei uno studente di diritto, hai semplicemente una curiosità. Benissimo, siamo qui per colmare le tue lacune in materia. In questo articolo daremo una prima spiegazione del lavoro del giurista, di come si è evoluto nel corso del tempo, e infine approfondiremo quali sono stati e chi sono i giuristi italiani più famosi, grazie allo spunto offerto da un libro che raccoglie interessanti riflessioni e analisi sul loro operato.
Giuristi italiani: cosa fa il giurista
Il giurista si occupa di legge, è presto detto. Si tratta di uno studioso, che con grande impegno e passione si dedica all’interpretazione del diritto, la scienza che regola l’organizzazione della società codificando leggi, norme, regole tra istituzioni e singoli, in vari aspetti della vita quotidiana e della vita in generale.
Per introdurre i giuristi italiani e parlare diffusamente del loro operato facciamo un passo indietro. Concentriamoci sul contributo dei giuristi nella vita del Paese a partire da dopo l’unificazione italiana. Questo contributo era piuttosto rilevante, visto il numero dei giuristi all’interno del Parlamento. Inoltre, questi svolgevano parallelamente un’attività politica e culturale. Sedevano in Parlamento e allo stesso tempo esercitavano l’attività di avvocato o magistrato, e in alcuni casi anche di docente universitario. Stiamo parlando degli anni del fascismo.
La figura di un giurista esclusivamente votato all’analisi tecnica del diritto, specificatamente rivolto alle norme giuridiche senza portare avanti istanze etiche e politiche marcate non nasce nel contesto italiano, ma in Austria intorno al 1920, quando venne teorizzata e ampliata la visione di un diritto costituzionale rigido, con regole che non prevedessero deroghe, fatta eccezione per particolari procedure, complesse e strutturate, previste dalla stessa Costituzione.
Ma torniamo agli anni del fascismo. In quegli anni importanti giuristi italiani ricoprirono funzioni e ruoli di rilievo. Tra i nomi più importanti ricordiamo, all’interno del Partito Nazionale Fascista: Alfredo Rocco, Arrigo Solmi, Dino Grandi, Carlo Costamagna, Sergio Panunzio, Pier Silverio Leicht, Pietro De Francisci, Santi Romano, Alfredo De Marsico, Mariano D’Amelio. Deputati, ministri, politologi e giuristi, queste figure, inscritte in un periodo grave e controverso della nostra storia, hanno segnato anni difficili.
Chi sono e cosa fanno i giuristi?
La formazione del giurista ruota ovviamente intorno alla giurisprudenza. Spesso ricoprono ruoli accademici, oppure professionali. Sono impegnati nell’avvocatura, nella magistratura, oppure svolgono servizio come notai. La loro attività non si limita a questo, e spingendosi oltre nella ricerca e nello studio scelgono di prestare la loro opera professionale anche all’attività intellettuale di interpretazione del diritto, studiando l’organizzazione sociale che ne è propria e come le leggi ci entrano in rapporto e ne modificano l’assetto e le dinamiche.
Lo studio e l’interpretazione dei principi e delle norme, fondamenti del diritto, conducono il giurista ad approfondire il senso che hanno nel regolamentare i rapporti tra i diversi soggetti che fanno parte della società. Sono riflessioni e studi con una portata molto ampia e complessa, soprattutto nell’epoca attuale, in cui il sistema economico-sociale è molto più intricato, strutturato, e interconnesso dovuto anche all’internazionalizzazione e globalizzazione degli scambi.
Questa complessità ha contribuito al superamento della figura del giurista generico. Come accade per gli avvocati, i quali si specializzano in determinate branche del diritto, anche per i giuristi le materie giuridiche variano a seconda del campo di interesse. Nell’elenco qui sotto indichiamo alcuni tra i principali macrosettori, citando le distinzioni che intercorrono tra giuristi:
- Giuristi privati o civilisti
- Giuristi pubblicisti, costituzionalisti e amministrativisti
- Giuristi tributari
- Giuristi commercialisti
- Giuristi lavoristi
- Giuristi penalisti
Appunto, come già detto, a queste categorie se ne sommane molte altre che si diramano da ciascuna di queste. Ad esempio, esiste il diritto dei trasporti e della navigazione, il diritto agrario, il diritto dell’energia, degli enti locali, degli animali, dello sport, dell’informatica, dei beni culturali e di molto altro ancora. Citare tute le sottocategorie è impossibile, ma esse corrispondono alla capillare complessità delle società in cui viviamo. Soffermarsi a pensare a quanto sia fittamente attraversata da vari aspetti ci aiuta a farci una generale idea di quante possano essere.
Migliori giuristi italiani: un’analisi sui Giuristi del Lavoro
Parlare di giuristi italiani in generale è difficile. Come abbiamo detto poco sopra esistono molteplici aree del diritto e ognuna di queste accoglie diverse personalità, teorie e interpretazioni. Nel paragrafo introduttivo abbiamo citato alcuni nomi appartenenti alla storia del nostro Paese e al periodo fascista. Per soffermarci sui giuristi italiani famosi abbiamo scelto di concentrarci direttamente su un’area, che è stata caratterizzata effettivamente da alcuni nomi molto importanti, nomi che hanno lasciato il segno all’interno di un discorso che in un modo o nell’altro ci tocca tutti da vicino. Stiamo parlando del lavoro.
Parlare dei giuristi del lavoro ci permette di restituire importanza a una categoria e di affrontare il tema in modo esaustivo e dettagliato, parlando del lavoro che svolgono i giuristi da un punto di vista specifico. Per farlo partiremo seguiremo le riflessioni contenute all’interno di un interessante libro: Giuristi del lavoro del Novecento italiano, che raccoglie gli scritti di Umberto Romagnoli sul tema dei giuslavoristi del secolo scorso.
Il libro è materiale prezioso per tutti gli studenti di Giurisprudenza che vogliono conoscere l’evoluzione del pensiero dei fondatori per comprendere meglio il diritto del lavoro attuale.
Perché è così interessante questo titolo? Perché nelle sue pagine è possibile conoscere da vicino alcuni personaggi fondamentali per la storia del diritto del lavoro. Compaiono nomi come Lodovico Barassi, Francesco Carnelutti, Giuseppe Messina ed Enrico Redenti, che a molti non diranno nulla ma che in realtà hanno rappresentato un passaggio importante del diritto civile. Non saranno forse i migliori giuristi italiani, ma sicuramente studiare il loro lavoro e ciò che hanno lasciato in eredità al diritto del lavoro ci permette di inquadrare la reale importanza dei giuristi e quanto la loro professione sia in grado di lasciare segni indelebili e di modificare l’evoluzione sociale e la storia di uno Stato. Oltre ai nomi già citati possiamo nominarne altri, importanti per la nascita del diritto sindacale dopo la caduta del regime corporativo: Francesco Santoro Passarelli, Luigi Mengoni, Federico Mancini, Gino Giugni, Giuseppe Pera e Giorgio Ghezzi.
La parte finale del libro si concentra sulla generazione di giuslavoristi degli anni Ottanta, tutti tristemente scomparsi: Gaetano Vardaro, Massimo D’Antona, Marco Biagi, Mario Giovanni Garofalo e Massimo Roccella. Il libro consente di apprendere molto su questa branca dello studio del diritto, e non dovrebbe mancare nella biblioteca di coloro che vogliono approfondire l’operato dei giuristi, soprattutto del lavoro. È doveroso ricordare, come spesso accade quando si affrontato materie “interpretative”, che la lettura di questo libro poggia comunque sulle scelte interpretative dell’autore e potrebbe omettere o concentrarsi su determinati aspetti piuttosto che altri, rispettando le personali inclinazioni.
Non è questa la sede per sollevare dibattiti di natura tecnica, abbiamo citato il volume perché indubbiamente ci ha concesso l’onore di nominare molti studiosi del diritto importanti, di cui è cosa buona e giusta avere conoscenza e memoria. Nella speranza che il nostro contenuto sia stato utile per rispondere ai tuoi dubbi, perplessità e incertezze, ci auguriamo di tornare presto a esserti utili.
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